martedì 23 febbraio 2010

A Genova allarme baby-alcolisti, per la Muratore serve prevenzione


La viceresponsabile ligure dell’Italia dei Diritti: “La politica deve dare risposte concrete, è necessario sensibilizzare i giovani”


Genova – “E’ un’emergenza che è già venuta alla luce da parecchio tempo, tanto che nell’ambito dei servizi delle Asl che si occupano delle dipendenze è stato fatto un lavoro capillare affinché fossero fatte le giuste campagne di prevenzione”. Così Patrizia Muratore, viceresponsabile ligure dell’Italia dei Diritti commenta i dati diffusi dalle unità ospedaliere circa il sempre crescente numero di alcolisti tra gli adolescenti di Genova. Il capoluogo ligure, infatti, è al quarto posto a livello nazionale per numero di degenze specifiche, con circa dieci minorenni al mese ricoverati per abuso di alcol al San Martino e oltre venti ogni anno al Gaslini.

La rappresentante del movimento presieduto da Antonello De Pierro individua nelle campagne di sensibilizzazione e prevenzione il mezzo migliore per affrontare un fenomeno che ha ormai assunto tratti allarmanti: “Io stessa – spiega – ho partecipato a un convegno in cui erano presenti medici, rappresentanti delle associazioni dei consumatori, gruppi di studenti e i titolari di due tra le più grandi discoteche della città, che hanno aderito a un’iniziativa contro l’incitamento al consumo di bevante alcoliche. Penso sia questo il modo migliore per contrastare quella che è diventata una vera e propria emergenza giovanile – conclude la Muratore – ma credo che anche il mondo della politica debba dare risposte concrete”.

lunedì 22 febbraio 2010

A Genova redditi da provincia, la spiegazione della Muratore


La viceresponsabile ligure dell’Italia dei Diritti: “Sono stati persi tanti posti di lavoro senza una riconversione degli stessi”


Secondo i dati forniti dal Ministero delle Finanze circa il reddito pro capite medio dichiarato nei 119 capoluoghi di provincia italiani, al primo posto spicca Milano con oltre 30.000 euro medi di reddito, seguita da altre tre città lombarde: Bergamo, Monza e Pavia. Sorprende vedere Genova slittare in trentaseiesima posizione, con 21.277 euro di reddito medio dichiarato, dietro a capoluoghi di provincia come Treviso (settima), Siena (ottava), o Modena (quindicesima).

“Genova, secondo un recente sondaggio, ha perso moltissimo in questi anni anche in termini di qualità della vita”, ha commentato Patrizia Muratore, viceresponsabile ligure dell’Italia dei Diritti, che spiega: “Sono stati persi tantissimi posti di lavoro, credo che anche la percentuale di disoccupazione in Liguria sia notevolmente più alta rispetto a quella di molte altre regioni. Genova era un polo industriale ma non ha saputo recuperare i posti perduti con una riconversione e questo è ovvio che abbassi il reddito. Sono stati persi 800 posti di lavoro nel campo dell’edilizia e su questo hanno battuto molto le associazioni costruttori quando è stato proposto il piano casa, che non deve dare risposte con la cementificazione ma con la riqualificazione delle periferie”.

La rappresentante del movimento presieduto da Antonello De Pierro non ha dubbi sugli interventi da attuare per ovviare a una situazione che si fa sempre più preoccupante: “Bisogna sicuramente muoversi da subito con quello che si ha – spiega la Muratore –; parlano tutti di infrastrutture, che sono certamente necessarie, ma assieme a esse dobbiamo assolutamente avviare un circolo virtuoso con le cose che abbiamo. Le responsabilità di questo immobilismo vanno divise tra tutti, ma credo che sia veramente giunto il momento di riavviare in sinergia la ruota, perché questa regione merita sicuramente di più”.

A Genova alcol gratis ai minorenni, lo sdegno di Ferraioli


Il responsabile regionale dell’Italia dei Diritti: “Al di là delle logiche promozionali, un locale non dovrebbe incentivare i clienti a bere”


Dopo aver verificato la somministrazione gratuita di cocktails alcolici a minorenni, i carabinieri della compagnia San Martino di Genova hanno denunciato il titolare e un barista del locale Albikokka, sito in zona Quarto, presso cui sabato scorso ha avuto luogo il “leggings party”, una serata a tema durante la quale le ragazze che si fossero presentate con i pantaloni aderenti tanto in voga avrebbero potuto usufruire di un omaggio alcolico. L’evento, pubblicizzato attraverso Facebook e per mezzo di volantini distribuiti davanti ai licei, ha visto la partecipazione di diverse adolescenti di età inferiore ai sedici anni, violando così la legge relativa alla somministrazione di alcol, nonché quella che vieta ai locali di ammettere minori di sedici anni in discoteca di notte.

“E’ evidente che la promozione commerciale di un evento o di un’attività non può non tener conto delle vigenti leggi in materia di distribuzione di bevande alcoliche”, ha commentato Maurizio Ferraioli, responsabile ligure dell’Italia dei Diritti. “Non trovo nulla di strano riguardo a serate che promuovono un determinato tipo di abbigliamento – continua – ma diverso è se queste incitano al consumo di alcol, a maggior ragione se si sa che tali eventi, adeguatamente pubblicizzati attraverso la rete, si indirizzano verso gli adolescenti, cui per legge ne è precluso il consumo. Chiediamo all’autorità giudiziaria – conclude il rappresentante del movimento presieduto da Antonello De Pierro – che siano accertate le responsabilità del barista e del proprietario del locale, al quale ci sentiamo di suggerire di trovare promozioni differenti, che possibilmente evitino di incentivare il consumo di bevande alcoliche”.

mercoledì 17 febbraio 2010

Mobility Bus a Genova, cauto ottimismo della Muratore


La viceresponsabile per la Liguria dell’Italia dei Diritti: “Iniziativa lodevole, ma chiedo maggiori impegni alla Amt”


Genova – “Sostengo che il progetto Mobility Bus offerto da Amt sia un’iniziativa più che apprezzabile, tuttavia tenendo conto dei tagli effettuati dal Comune, che hanno sottratto il servizio di scuola bus ai bambini disabili, due soli automezzi siano relativamente pochi. Per questo invito l’azienda di trasporti genovese ad effettuare ulteriori sforzi su questo fronte”.

Questa è la dichiarazione di Patrizia Muratore, viceresponsabile per la Liguria dell’Italia dei Diritti, rilasciata a margine della presentazione di Amt di due bus allestiti dei servizi necessari per ovviare alla mobilità dei cittadini diversamente abili della città di Genova.
Il servizio è a chiamata e si svolge su percorsi a richiesta, salvo iscrizione ad apposite liste gestite dall’Assessorato ai Servizi Sociali del comune ligure.


“Con questa offerta Amt colma una piccola lacuna, ma sono ancora molti i servizi che l’azienda di trasporti è chiamata a migliorare. Non è possibile che nella sesta città d’Italia per numero di abitanti, nelle ore di punta ci voglia un tempo di attesa medio di venticinque minuti prima di poter salire su un bus, è indecente – tuona l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – Voglio far presente che ogni mattina circa 500 ragazzi sono costretti a percorrere a piedi il tratto di due kilometri compreso fra la stazione FS di Busalla e la scuola Primo Levi, proprio per il disservizio di Amt, che non provvede ad istituire una linea di bus per gli studenti che provengono dai paesi limitrofi e dalla stessa Genova. Auspico – conclude la Muratore – che Amt si sforzi per allestire finalmente un servizio decoroso per i suoi utenti”.

martedì 16 febbraio 2010

Docenti a mezzo servizio all’università di Genova, la Muratore scandalizzata


La viceresponsabile ligure dell’Italia dei Diritti: “Vicenda vergognosa che denota un malcostume nazionale oramai radicato. Che ci siano controlli più seri”



Genova – “Rimango esterrefatta dinnanzi a notizie del genere, stiamo assistendo sempre più al fenomeno di impoverimento della cultura del servizio. Abbiamo imparato a monetizzare qualsiasi cosa e alla fine siamo arrivati a farlo anche con le coscienze”.
Con queste parole, Patrizia Muratore, viceresponsabile per la Liguria dell’Italia dei Diritti, esprime il proprio rammarico sulla questione dei professori assenteisti o part-time all’Università degli Studi di Genova.
L’ultimo caso emerso riguarda un docente della facoltà di ingegneria, che pur percependo uno stipendio annuo lordo di 97 mila euro, presta un servizio ridotto alla cattedra a cui è stato assegnato a causa delle sue attività lavorative parallele.

“Allo stato attuale delle cose posso affermare con tutta serenità che esiste una mancanza totale di controlli all’interno della pubblica amministrazione – nota l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – il ministro Brunetta potrà continuare a dare tutte le direttive che vuole, ma se non mette seriamente a rischio le poltrone di questi signori che abusano della propria posizione a danno dell’intera collettività, allora non risolviamo nulla. Invito il professore in questione a vergognarsi, questo sistema perverso che ha contribuito a creare ha tolto la speranza ai nostri figli di un futuro migliore”.

venerdì 12 febbraio 2010

Centrali termoelettriche in Liguria, lo sfogo di Ferraioli


Il responsabile regionale dell’Italia dei Diritti:”Paghiamo da decenni il prezzo delle politiche dell’Enel”

“Da decenni ormai la Liguria paga a prezzo altissimo le politiche energetiche di Enel, altamente inquinanti. La Spezia, città dove risiedo e dove è situata una delle centrali elettriche liguri, ha purtroppo un’altissima percentuale di malattie polmonari, anche di natura tumorale”. L’amara constatazione di Maurizio Ferraioli, responsabile per la Liguria dell’Italia dei Diritti, prende spunto dal dossier “Stop al carbone” reso noto da Legambiente. Analizzando i dati dell’inquinamento prodotto dal carbone nelle centrali termoelettriche, si scopre infatti che la Liguria ospita tre delle dieci strutture più inquinanti d’Italia, a Genova, La Spezia e Vado Ligure.
Nel mirino dell’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro c’è soprattutto l’Enel la quale “continua a propinarci l’idea che il combustibile fossile sia relativamente dannoso, adducendo come motivazione il fatto che si approvvigioni di un tipo di carbone statunitense apparentemente meno inquinante, sul quale però non ci sono dati scientifici di conferma”.
Ribadita in maniera ferma la contrarietà ad un ritorno del nucleare, per Ferraioli l’unica via d’uscita sono le energie alternative:” L’Italia deve investire in maniera importante nelle energie rinnovabili per garantire un futuro alle prossime generazioni. Purtroppo finora, forse per colpa di interessi privati, questa volontà è decisamente mancata”.

mercoledì 3 febbraio 2010

Ricette con il contagocce alla Asl 4 di Chiavari, le osservazioni di Ferraioli




Il responsabile ligure dell’Italia dei Diritti: “Va bene il rigore, ma la salute pubblica non è derubricabile a mera questione di bilancio”

Genova – “Sono apertamente solidale con la protesta dei medici che si battono contro un’imposizione che li limita fortemente nella valutazione e scelta dei farmaci più idonei alla cura di determinate patologie”. Maurizio Ferraioli, responsabile per la Liguria dell’Italia dei Diritti, ha così criticato la richiesta inoltrata dalla Asl 4 del Tigullio ai medici di famiglia di contenere le prescrizioni di medicine per non far lievitare la spesa, stabilendo un tetto annuale di budget in termini di numero massimo di confezioni, con tanto di sanzioni in caso di sforamento. “E’ intollerabile – ha aggiunto l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro- scaricare sui professionisti di famiglia delle responsabilità ragionieristiche che non competono loro. Le Asl sono aziende a tutti gli effetti che vanno gestite da personale qualificato e oculato, ma non si può condizionare la salute pubblica a un vincolo di bilancio sganciato da necessità di carattere terapeutico. Tanto più in una realtà come quella in questione, dove c’è una forte presenza di popolazione anziana”. A questo proposito è intervenuto anche Manlio Caporale, responsabile per Sanità dell’Italia dei Diritti, che ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Deve essere possibile valutare il quantitativo di medicinali sulla base del numero di unità di pazienti presi in carico e delle patologie riscontrate, ma non la tipologia, che rientra nell’ambito della discrezionalità del singolo operatore. Sono però le aziende sanitarie a dover effettuare questi controlli, basandosi sui dati presenti nel loro archivio”.